Archivio mensile:giugno 2014

VACANZE : L’ozio è di per sè un lavoro.

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“Oggi non ho fatto niente.”

“Come? Non avete vissuto? Ma cosa dite? E’ solo la vostra occupazione fondamentale, ma la più sublime”.

(Montaigne, Saggi)

Inizio con il solito quadretto estivo della serie “vacanzieri allo sbaraglio”, ma il contenuto e il finale saranno un po’ più “filosofici”.

Ai bordi di una grande piscina di acqua marina, alternativa ad una meravigliosa spiaggia dell’albergo quando il tempo e l’umore ci regalano qualche nuvola afosa nel cielo estivo, dalla mia postazione (lettino, ombrellone, libro, lozione solare e occhiali scuri) annoiata, ma speranzosa in un po’ di pace, mi guardo intorno.

Vedo grandi pini, cespugli di oleandri in fiore, un ombrellone rosso che ondeggia come un vessillo; sento le voci degli uccelli, le grida dei bambini e delle madri affannate a richiamarli inutilmente.

Un uccellino becca qualcosa davanti a me e poi fugge via.

Osservo un ulivo secolare accanto ad un banano imponente  …( la diversità!).

Eccomi presente in questo istante banale e ordinario in cui prendo coscienza di una radio accesa, di una vecchia canzone, della azzurrità sconvolgente dell’acqua.

Ma che cosa incide nel mio animo, mi tocca, in questo momento?

Penso che questo attimo sia unico, una fotografia irripetibile che non sarà mai più rivissuta allo stesso modo. Il mio animo sarà arricchito da questo vissuto che diventerà memoria e contribuirà a strutturare la mia poesia.

In me si è fermato qui ed ora l’essenziale, un pezzo della mia vita, la fortuna di questo miracolo vinto alla morte, al nulla, alla affannosa ricerca di verità.

So che il tempo corre anche senza di me; ma ora sono viva e faccio tesoro del lavoro del mio pensiero: io divengo perché anche quest’attimo al bordo della piscina, da cui scrivo queste semplici affermazioni, mi ha plasmato con le più banali ed effimere esperienze, perché ogni fatto anche  apparentemente insignificante contribuisce alla formazione delle mie idee essenziali.

Non devo compulsivamente “FARE”, ma “ESSERE”, anche quando apparentemente non sto agendo. LA RIFLESSIONE CONTINUA …  BUONE VACANZE!

Marisa Cossu

LA MIA ISOLA

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160-capriccioli__costa_smeralda_sardegna[1]  (Sardegna, Costa Smeralda )

Sul muro del ricordo

sale il glicine

dagli azzurri pampini,

immagine scolpita

nell’intimo giardino

della mia isola.

Il vento soffia canzoni di mare

in zufoli di conchiglie;

sulle rocce marmoree

si arrampica il cappero

con stellati occhi bianchi,

tra i cuori verdi

delle spesse foglie.

Pulsa la voce della marea

sulla costa sabbiosa;

il coniglio corre di tana

in tana, selvatico e veloce

tra cespugli di mirto;

uccelli rosa aprono le ali

nel vicino canneto.

Il nuraghe è lontano

come il mio ricordo,

bruciato da troppa distanza.

E gli asfodeli tingono d’ azzurro

un improvviso prato

presso il mare,

mentre io cerco

un solo fiore bianco.

Il mio “alter ego” e la poesia, visti dall’ interno.

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Forse è giunta l’ ora di parlare di me.

Vorrei poter scrivere qualcosa di poetico/ lirico sul mio” alter ego”, l’ avatar che  sorprende e domina  ogni mia parola e ogni mio pensiero  da quando ho iniziato a navigare nelle, per me, ignote e misteriose acque del blog

. Incomincio a pensare che mi abbia rubato l’ identità, la verità e il suono del nome, l’ essenza del mio esistere con un corpo e una mente; si affaccia in me un rifiuto già consolidato per le maschere e le prigioni di ogni tipo, specialmente per quelle emotive e psicologiche.

Quei fiori che mi rappresentano bianchissimi in  un vaso altrettanto bianco, su campo nero, riducono il mio IO,  a cosa, a immagine massificata e priva di valore soggettivo; sebbene io stessa abbia dipinto quei fiori, pensando alla bellezza che l’ umanità riesce a penetrare con arte e scienza, trovo che in fondo, più di ogni artificio grammaticale o logico, più dei ” mi piace”, essi non siano così ingannevoli su di me.

Forse sono un fiore, uno di quelli che ammiccano da quel pezzetto di cielo nero come la stanza più remota della mia verità personale; o sono invece il poeta, il creatore dell’ armonia delle parole e delle immagini mentali con essa sviluppate che mi accompagnano finchè  la passione per la vita accenderà le emozioni, la mente, sia pure nel ristretto cielo della mia icona.

Mi ribellerò, esploderò in colori, fuoco, canto; uscirò dall’ icona per incontrare l’ empatia, una comunicazione viva e riappropriarmi del mio IO, del mio valore sussistente.

Si , perché quel biancheggiare nell’ oscurità, può significare che non ho rinunciato a lumeggiare la mia caverna, l’ antro in cui vive il desiderio di bellezza e di conoscenza .

 Ogni volta che lo accendo” LUI ” accende me ed è sempre pronto a rimproverarmi se gli altri non si accendono abbastanza; ma che cosa si chiede alla mia icona? Dove sono i miei occhi, i miei capelli, le mie mani; dove sono IO?

Stellina. ( Le fiabe possono anche diventare poesia! )

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Cammino tra siepi di bosso

sotto alberi di pini antichi.

La magnolia rifulge

nel trionfo dei fiori bianchi;

nell’ azzurro mare di lavanda

avanzano gli ondeggianti capelli

di Chiara, lunghi su spalle arse

dal primo sole dell’ estate.

Libera e forte la fanciulla

appare nel suo incedere indomito

e sicuro, le vesti ali d’ uccello.

Scolpisce il vento

le perfette forme del suo corpo,

quando incontro i suoi occhi di gazzella,

miti e superbi a un tempo.

E’ lei la piccolina che tenevo al cuore

e ninnavo tra teneri baci

narrandole la fiaba preferita.

Sempre mi appare con la rara stella

spuntata per incanto sulla fronte

nella magia del nostro stare insieme.

Ricordi

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E volavano uccelli

sulle chiome dei pini

e cantavano…

disarmonici, allegri

nella loro canora diversità.

Un ricordo per ogni volo,

per uno che va via,

sale più in alto,

o si cela per  gioco

tra i rami folti;

per uno che non può volare

e cade tra i cespugli;

per uno che mi saluta

sfiorandomi la spalla,

per uno che non ritorna…

un timido uccellino

portato via dal vento

gelido ed improvviso,

nella dolce  sera.

I FIGLI LONTANI

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images[1]

I figli lontani

sono gli aquiloni del ricordo

liberati dal vento

per gioco sopra un prato.

Essi volano in fretta

e si allontanano

nell’ azzurro pervinca

di un cielo indimenticato.

I figli lontani

sono il mare, i fiumi, le terre

che separano l’ anima

dalla tenerezza;

sono le strade, i treni,

l’ aereo che romba

sulla città

per il ritorno o l’ addio,

sono i volti incontrati per caso

tra la folla indistinta

di un marciapiede.

E sono uccelli

nell’ autunno dei ricordi,

per chi pensa all’ inverno

e non può sapere se la terra

avrà ancora un risveglio

di fiori rosa

dell’ albero davanti alla finestra.

Le nuvole mutevoli

passano veloci

con i volti pensati e immaginati

nella struggente nostalgia

dei giorni

Ora la pioggia

cade sui pensieri,

il telefono squilla nell’ attesa.

 

( Marisa Cossu, La vita Bella, pensieri e parole )

 

 

Come il giunco

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Come il giunco appassisce

il mio sorriso

sulla riva di un fiume

troppo breve.

L’ acqua impetuosa

corre sempre uguale

tra i sassi levigati

del suo letto,

nel suo tumulto annega

le passioni,

ignora l’ erba che sfiorisce

in fretta.

Ho percorso quel luogo

tra le alte canne flesse

ad un gentile vento

piegandomi all’inganno

del tempo che trascorre.

E da lì guardo il mondo

mentre il corpo si piega

come quel  giunco

che non può gridare.

Marisa Cossu

La Palude degli Uccelli

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Uccelli rosa hanno tinto

il letto scuro della palude

dove argentei vegetali

e fiori acquatici

disegnano sinuose trame

tra i canneti di Pabillonis.

Stormi neri,

densi annunci di pioggia,

apprestano aeree danze

oltre le chiome dei salici.

Donne severe recano

brocche di creta

sul capo dal mento alto

muovono verso l’esigua sorgente.

Occhi di antiche conchiglie

guardano, immemori e incorrotte

da una vita già trascorsa,

gesti pietrificati in statue di creta.

Nel morbido limo

qualcuno ha lasciato

orme di terra rossa, sanguigne ferite

lambite appena dall’ acqua,

Sgorga la sotterranea linfa

con salmastro liquore…

e nei canneti scalpitano i cavalli

dalle lunghe criniere.

Marisa Cossu

I miei primi 100 ” LIkE “

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Cari amici, ieri ho raggiunto per la prima volta un traguardo importante: i primi 100 “mi piace” registrati in questo periodo iniziale della mia attività su wordpress. La mia casa editrice mi ha messo a disposizione questo blog perché mi mettessi in contatto con la vasta comunità dei poeti, degli scrittori e dei cultori dell’ arte, uscendo dalla mia stessa pubblicazione e confrontandomi con tutti voi. Ignoravo la potenzialità e le insidie tecnologiche di questo tipo di comunicazione e mi scuso per la mia inadeguatezza. Con il vostro aiuto cercherò di imparare a rendere più gradevole il mio blog ; mi avete già dato tanto con il vostro apprezzamento per il mio mondo poetico, per i miei commenti e le dissertazioni provenienti dal mio habitus professionale. Continuerò a seguirvi con attenzione mentre preparo un nuovo libro; scriverò per voi i miei pensieri e le mie poesie. Abbraccio e ringrazio tutti voi.

Marisa Cossu