La donna del dipinto è chiusa nella sua prigione mentale.
Stringe a sé una bianca colomba che vorrebbe volare oltre i confini della tela su cui si svolge la sua vita apparentemente accettata; resta però immobile tra le mani della sua custode dal volto impenetrabile.
La donna, sia pure in un gesto d’ amore, o di possesso, la trattiene nel teatro approntato dal pittore: una finestra cui si affacciano i fiori bianchi della magnolia, una rossa quinta sotto un cielo finto, una lieve tenda che lascia intravedere un azzurro sconosciuto.
La donna vive in quel limite di conoscenza e di passione e accetta il ruolo di protagonista assegnatole dalla mente del pittore.
La sofferenza non è visibile sul volto della donna, ma occupa lo spazio dell’ intero quadro. Il mondo è rimasto fuori senza scampo, la libertà è nel sogno.
Avrei interpretato in dipinto esattamente così…credo voglia dire che ci sia affinità fra le nostre sensibilità. un abbraccio 🙂
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Cara Laura , le tue parole mi rendono più motivata e sicura. E’ importante questo tipo di condivisione che dimostra la nostra vicinanza intellettuale.
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