Solitudine, ti chiamo
tra la folla rumorosa,
nella babele dei linguaggi,
nel tormento delle passioni.
L’ Umanità delusa da se stessa
esibisce la vacuità del vivere,
la banale apparenza del mostrarsi
nell’ assurdo non esserci,
l’ assordante clamore degli stimoli
declinati in parole incomprensibili.
Ti cerco, dall’ immane estraneità
del mio essere, per sedare l’ ansia
di queste strade indifferenti,
di queste luci eccessive,
del ridere indistinto di una falsa gioia.
Riportami nel centro di me stessa
e ferma l’ orologio del mio tempo,
che non mi tocchi il cuore all’ improvviso
e il pensiero rimanga saldo e vivo.
Ho bisogno di quiete per scrivere,
pensare, iniziare ad amare
ciò che nel caos ho perso;
per calmare l’ angoscia del sentirmi
sola tra tanta gente.
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