Scrivo d’un marinaio,
uno che amava donne di riviera
profumate di sale, generose e ridenti
sulle porte dei caffè nelle case del porto,
dove in vicoli stretti si dipanano reti
legate a canzoni di mare.
E l’antico orologio batte un’ora
accaduta nel passato tra i veli zampillanti
di una bianca fontana da una conca di pietra.
Il vecchio siede a rimirare il mare,
la sua vita lontana,
ma più non canta, aspetta l’ora nuova
per navigare verso l’altra riva.
Marisa Cossu
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