Raccolgo le mie cose
i miei sogni incompiuti
dispersi e abbandonati
sul campo della guerra
che mi oppone alla fine
al vuoto, al nulla.
Racchiudo le mie storie
al centro di me stessa
per leggerle in segreto
nel luogo in cui più forte
io provo il mio sentire.
Nel silenzio mi spoglio
delle idee costruite
subite e non decise,
degli abiti cuciti sulla pelle
da facili impostori,
delle maschere oscene
dipinte sul mio volto
per conformarmi al mondo
dell’ apparenza inutile.
E mi dissolvo nell’ unico dialogo
tra l’ ombra e la mia luce
dove anche la morte
sembra pacificata
al destino dell’ uomo.
Ho dovuto dissolvermi
per iniziare a vivere :
la mia presenza integra
sussiste e viene in luce,
e continua la lotta
che ogni mio istante muta
in un ritorno.
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