C’ era una volta, e c’è ancora purtroppo, Linguadifuoco, un drago crudele grande come una città: di notte spiava il sonno dei bambini dalle finestre e di giorno dalle sue fauci enormi uscivano alte fiamme, fumo nero e veleni che ricadevano sull’erba, nel mare, sulle case. Tutto si ricopriva di una polvere di ferro rossa e impalpabile, mentre anche il vento e il sole erano impotenti contro tanta mostruosità. Il drago era sempre affamato: aveva inghiottito i quartieri a lui più vicini, le scuole, i pochi giardini, e i bambini non potevano più giocare all’ aperto. Tutti volevano far qualcosa per annientare la cattiveria del mostro, ma nessuno vi riusciva; intanto aveva iniziato a mangiare grandi e bambini…
Ora che la cattiveria del drago ha preso anche te, dolce piccolo bimbo, voglio narrarti il finale che io stessa avevo scritto per addolcire le mie nipotine che non volevano mai smettere di ascoltare questa ed altre fiabe. Linguadifuoco fu sconfitto un giorno dai papà e dalle mamme di Taranto che con un incantesimo lo fecero diventare buono, proprio come accade nelle classiche fiabe. So che i bimbi non hanno paura delle fiabe e neanche tu, piccolino, avrai più timore di tanto male nel luogo in cui riposi sereno, nella culla di una Vita nuova. Marisa Cossu.
(Per ricordare Lorenzo e sensibilizzare i tarantini che ancora non conoscono questa fiaba vera. )
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