…poi la sera si usciva per stradine
ad inseguire fosforescenti lucciole
tra cespugli di mirto,
a guardare le vicine stelle
a toccarle con le dita tese
verso il cielo violaceo
che portava la luna
ed uccelli notturni
tra le rocce bianche.
E si andava cantando,
saltellando ciascuno per suo conto,
solo e libero
inciampando in un sasso
e rimirando le lontane luci
riflesse sulla costa.
Mia madre ci chiamava dalla casa
con tutte le finestre illuminate
e mio padre ci veniva dietro
con passo svelto ,
danzante e canterino.
Ci fermavamo a tratti
per sentirlo arrivare
nascosti tra i cespugli profumati;
si tratteneva il fiato
per sorprenderlo
finché la sua figura compariva
più scura della notte
in un gioco di ebbrezza e di paura.
Noi rubavamo ancora qualche attimo
alle lucciole, al cielo dell’ infanzia
a quella vita bella ed immortale
impressa nel mio animo per sempre.
© Marisa Cossu
Nostalgia dell’ innocenza, quando la vita era pulita, semplice e bella
Grazie per questa immagine, impressa nel ricordo della tua anima
Baci da Mistral
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Carissima, grazie per il tuo bel commento e un saluto affettuoso. Marisa
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Chi non ha vissuto questi dolci momenti, il brivido dell’avventura…un ricordo che è un sogno.
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Grazie! Di questi sogni fatti di memoria e di nostalgia abbiamo sempre bisogno, non credi?
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