Forse è questo viaggio accidentato ed aspro,
spesso dolce, esaltante, che riempiamo
di presenza cosciente di ciò che abbiamo,
di ciò che ci unisce e ci divide;
forse è questo timore di perdersi
per strade divergenti e cadere nel buio
di sentieri stretti; cercarsi e non trovarsi,
disperdersi in visioni, già lontani;
forse è la nostalgia di vivere in uno stesso cielo,
di bagnarsi sotto la stessa pioggia,
asciugarsi ad uno stesso sole
delle notti e dei giorni in cui ciascuno
è padrone dell’ altro corpo ed anima;
forse è guardare insieme ogni cosa che nasce
e ciò che muore, tenendosi per mano,
rimirare due anime dissimili,
in uno stesso specchio.
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