Calpestare su un umido fosso
l’erba destata da un obliquo sole
e raccogliere un tenue fiore rosso
cresciuto sotto un cespo di viole;
stringerlo per sentire tra le dita
il manto vellutato delle foglie
poi lasciare che torni alla sua vita
tra le erbe nascenti ancora spoglie;
dischiudere le mani dolcemente
come passero implume preso al nido
e librarlo nel volo lievemente.
La Primavera, come Giovinezza
è un delicato fiore, un uccellino;
svanisce il tempo della sua bellezza.
© Marisa Cossu
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