Mi sovviene la leggiadra danza
dei delfini nella ronda d’argento,
racchiusi per tempi immemorabili
dal giorno in cui li vidi nel balzo
di un liquido riflesso di luna
incuranti o ciechi testimoni
di un attimo incantato, intatto ,
nella sola immutabile memoria
del dono fatuo della giovinezza.
Anche oggi mi assale quell’immagine
tra le tante corrotte già dal tempo;
e tu sei l’ultimo libero delfino
che amai con cuore di meraviglia
nel lampo illuminante a me venuto ,
ma subito rubato dalla nebbia,
nel flusso lineare della vita.
© Marisa Cossu
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