I libri sono fragili città di carta
addormentate in antiche archeologie,
frammenti di memoria allineati in teche
dove i poeti espiano la propria diversità
e guardano da torri elevate l’uomo
assorto nell’eroico compimento della vita.
Eppure bussano alle porte le mani
di coloro che chiedono di essere visti
alla luce di una fiamma di risveglio.
Alle alte mura di pensieri e parole
incateno il mio cuore con fili di poesia
e, se nessuno mi vede, apro il mio libro
esco a respirare l’ombra delle storie
che agitano bandiere di nostalgia
nelle umide pagine della mia interiorità,
nel fruscio dei fogli appena sfiorati
dal vento freddo, padrone della notte.
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