Già l’allodola canta,
con l’aurora sbiadiscono le stelle,
la luna diafana scompare.
E appare l’alba
con il canto salita dai campi
dove cresce il grano,
ma subito lontana, un frullo d’ali,
un lieve soffio al limite del giorno.
Così fugace è il canto,
la carezza sui corpi abbandonati
nell’ultimo respiro della notte,
la materia sospesa nel silenzio violato
di un fuggevole amore, evanescente eco
di una voce che si perde lontano;
ma noi la tratteniamo,
ancora per un poco, con lunghi abbracci,
nel nido di una dolce aurora
solo da noi creata.
© Marisa Cossu
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