Archivio mensile:ottobre 2015

L’ interlocutore evanescente

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Il poeta che tenta di far luce nella mia visione dall’interno, non è mai solo, neanche quando attinge consapevolmente alle risorse di pensiero, visione, memoria, proprie della solitudine; anzi è in questa condizione di volontario esilio e di estraneità che irrompe l’altro da me, il “Tu”, l’animo di un interlocutore evanescente immerso nella scrittura poetica che mi costringe ad uscire dalla soggettività espressiva e  a riconoscermi in qualcuno fuori dal mio mondo percettivo.

Con l’immaginario interlocutore, avverto più intensamente le differenze, spezzo l’abitudine all’identico, il mio egocentrismo, e mi sorprendo a scoprire significati “altri” della parola, quasi un senso di universalità di metafore, affermazioni paradossali, un’idea di ritorno ad una originarietà tradita nel corso del tempo.

In questo distaccato amore per il “Tu” e nel paradosso che rappresenta nella mia scrittura, nasce il visionario essere “cosa”, l’incontro non retorico con l’altro, con il “sé” abbandonato nel divenire adulto.

Così posso ritornare bambino, il bambino sapiente che “non sa di sapere” e che prova ancora il sale della sapienza, il gusto della scoperta, la manipolazione degli oggetti per scoprire il mondo circostante; il bambino della conoscenza, dell’immaginazione e della fantasia, il bambino che osserva e trasforma gli oggetti in immagini profondamente poetiche.

Mi torna la voglia di chiedere, porre domande, creare metafore, affermare paradossi , libera di pensare fuori dagli schemi cementificati che, senza il mio compagno, difficilmente potrei sgretolare.

La funzione del “TU” ha indubbiamente un forte valore semantico, ma è anche la reale proposta di guardare dall’interno con gli occhi di questa anima, una musa non mitologica, tutta interiore che accompagna la mia scrittura  nel discorso sul “sentire”, sul tempo, la vita, la morte.

© Marisa Cossu

L’incantesimo del vuoto

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Incantesimo del vuoto,

leggerezza sublime del non esserci,

restare in opposti confini

dove l’amore si annulla nel silenzio

e i pensieri cadono irrealizzati

in isolate stanze di sole.

Quale grave forza del vuoto

nel suo vortice necessario

depone la paura del vivere,

quale menzogna pervade

le radici dell’ansiosa realtà.

Quale vita è questa

che ruba il tempo,

quale incantesimo è questo

che solleva il dolore

e lo lenisce nell’imbuto del vuoto.

©Marisa Cossu

Tronco

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Nel ventre di un tronco cavo,

tra le nere scorze d’un albero

dilaniato da pallida luna,

piange di solitudine

il poeta inconsapevole

racchiuso in me,

uscito dal suo libro

in parole di vento

adombrate da tremuli rami.

Così, io vivo nella notte

ripiegato nel rifugio più adatto a me;

lo riempio del mio essere albero,

del mio essere tutto,

creatura ferita,

bruciata da un fascio di luce,

un soffio di vita venuto in silenzio

sul tronco di vita che resta.

©Marisa Cossu

Premi letterari: “ISPIRARE LA FANTASIA” e “CLUB DELLA POESIA”,

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Queste le poesie premiate nei due bellissimi eventi al Park Hotel di Taranto, con alluvione, e al Teatro Comunale di Cosenza.

Un saluto a tutti voi e buona settimana.

Taranto, la mia città                        

Da distanze marine vedo il tuo corpo

adagiato sotto fumanti ciminiere;

volo oltre le immense petroliere

schierate all’ombra dell’acciaieria:

immagino i Due Mari

comunicanti nell’antica storia,

senza alti muri e polvere di ferro;

vedo le sponde del Piccolo Seno,

dove antichi artigiani lavoravano il bisso,

lo tingevano con le rosse conchiglie;

ma della tua molle bellezza,

dei sotterranei fiumi emersi presso il mare,

cantati dai poeti, del falerno sublime,

delle dolci ampolle acquifere

inanellate nell’azzurro mare;

del mito che portò qui Taras

sul dorso di un delfino,

e piovve al fin su Etra,

non c’è segno né amore.

Dormi nei sepolti ipogei,

nelle necropoli dissacrate;

tu, adottiva città di gente a te straniera,

nascondi la tua storia negli antri delle cripte,

e non osi affacciare nell’oggi il tuo passato;

forse ci prepariamo ad un veleno

più violento e crudele dell’oblio

della nostra cultura e delle origini,

un veleno che uccide silenzioso,

imprigiona i bambini nei cortili.

esposti al mostro che tutto inquina

e divora, mai sazio, anche il tuo nome.

Quante donne

Quante donne sono stata

nel teatro del tempo…

Ho recitato bene la mia parte,

mille ruoli d’amore,

altri di solitudine e tristezza.

Quale di quelle donne

in me è cresciuta,

crisalide del corpo e della mente,

quante donne la vita ha disegnato

sulla pagina bianca del mio sogno,

quali ali mi ha dato per seguire

i colori di cieli sconosciuti,

per la mia metamorfosi scolpita

nello spazio segnato dal rimpianto.

A quelle donne penso con nostalgia

e mi dolgo di perderle,

comparse sulla scena dei ricordi,

protagoniste splendide, illusioni

e parti di me stessa.

E quale, tra quelle ormai sbiadite,

rifiutate, inespresse o dolci e forti,

sceglierò di essere;

quale ruolo vivrò

ora che ammetto

la stanchezza dei sogni,

la durezza del vivere mutando

senza poter volare,

solo chiudendo gli occhi

sulla fragilità dei miei pensieri.

If I were- TAG

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Niente Panico ,il Blog   http://bloodyivy.wordpress.com   mi ha attribuito questo simpatico Tag cui si è aggiunta la gradita nomina di https://celapossiamofareblog.wordpress.com

Con il solito ritardo, di cui mi scuso, ringrazio bloodyivy e celapossiamofareblog per avermi offerta questa pausa allegra, fresca e spensierata.

 Conoscete già le regole:  Con la bacchetta magica e la poesia, si può diventare qualsiasi cosa!

Le mie risposte:

-Se io fossi un romanzo…Uno, nessuno, centomila, Pirandello.

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Se fossi un film…Cartoni animati, La bella e la Bestia

 –Se fossi un personaggio cattivo

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Se fossi una musica…Clair de lune, Debussy

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Se fossi una fiaba…Cenerentola

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Se fossi un’opera d’arte…

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La Venere di Botticelli

Se fossi un’artista… W. Kandinsky

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Se fossi una poesia…Una lirica di Asclepiade da Samo, poeta greco,III sec.a.C.

“Lunga è la notte d’inverno, il sole tramonta

fra le Pleiadi e io sono là, bagnato, alla sua porta,

colpito dal desiderio dell’ingannatrice.

No, non è amore questo che mi ha mandato Afrodite,

ma una freccia angosciosa di fuoco.”

Se fossi una frase…Ovidio

“Quando il cuore è colmo d’ogni gioia e non lo stringe dolore alcuno, s’apre

per sé solo: Venere in lui s’insinua dolcemente.

-Se fossi un personaggio celebre…M.Hack

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-Se fossi una città… la vorrei educata, silensiosa, pacifica, Decorosa, pulita,  aperta e solidale. L’isola che non c’è.

Se fossi un personaggio dei fumetti… Snoopy e la sua filosofia.

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Se fossi un colore…Rosso

-Se fossi un profumo…Chanell n. 5

Se fossi un suono della natura…il rumore del mare.

Se fossi un fiore…Una Calla

Se fossi un animale…Un uccello

Se fossi una pizza come sono e fui…

Se fossi in dolce…Un babà al rum

Se fossi una bevanda…il buon vino.

-Ecco un piatto di patatine fritte! Ognuno le condisca con le salse più fantasiose. A me piacciono semplici!

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Nomine:

http://luca701.wordpress.com

http://giulianacampisi.wordpress.com

http://liberamentecriticamente.wordpress.com

http://lilasmile.wordpress.com

http://iriseperiplo.wordpress.com

http://lorellaronconi.wordpress.com

http://rossellabellanova.wordpress.com

http://nico.ninive@gmail.com

http://americanpoems.wordpress.com

https://leinfinitevitediunautrice.wordpress.com

Grazie a tutti e un saluto. Vi avviso un po’ alla volta.

Marisa

Impressioni al Conservatorio

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Pablo Picasso, Strumenti musicali, 1912

Le note del Conservatorio sostano

lievi sulle pietre della scalinata

di S. Egidio, impervia e consumata

dai passi  che si avvicinano

 

 

al portoncino verde, serrato

nella carpora, tra due cipressi.

Una lapide raccoglie i riflessi

di un raggio di sole chiamato

 

 

da musiche sempre diverse:

un suono per ogni gradino,

una pietra per le note disperse.

 

 

Nel chiostro di bianca clausura

un quadrato di cielo si affaccia

sull’albero, unica verde creatura.

© Marisa Cossu

VITA DA LETTORE TAG

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Ideato da Everpop e attribuitomi da ehipenny  http://ilmondodelleparole.wordpress.com/   che ringrazio affettuosamente, ecco un nuovo Tag che associa i libri alle tappe essenziali della nostra vita.

Ci sarebbe da scrivere a lungo sull’esperienza della lettura che a volte ha preceduto le conquiste dell’apprendimento ed altre ne è stata diretta conseguenza anche emotivo-affettiva, ma mi atterrò alle regole del Tag anche se la memoria risulta non adeguata all’impegno.

#infanzia(3/5 anni): Favole illustrate, fiabe, Topolino.  Ascolto delle storie lette e raccontate dai miei genitori. Aggiungo che ho imparato a leggere molto presto maneggiando di nascosto “I miserabili” di V. Hugo, un libro misterioso che mio padre conservava gelosamente. Mi sono sempre procurata l’accesso ai libri degli adulti perché mi incuriosiva la sacralità con cui erano conservati.

#S. Elementari(II Ciclo) :  Cuore, Pinocchio, Il Principe felice e tutte le fiabe possibili; Miti e Leggende, Anna Frank , Alice nel paese delle meraviglie. Tra gli scrittori preferiti: Gianni Rodari con”Cipollino”, “Favole al telefono”, “Filastrocche in cielo e in terra” e Novelle fatte a macchina”;  Geronimo Stilton, Settimo viaggio nella fantasia. Favole di Esopo

#S. Media: Hobbit di Tolkien, Le Cronache di Narnia, obbligata dalla prof. d’italiano, Piccole donne, per vero amore; Il Visconte dimezzato( per curiosità); Il Piccolo Principe; Le avventure di Peter Pan, Gli dei dell’olimpo, Orgoglio e pregiudizio.

#Liceo:On the road di Keruak (la beat generation!), L’insostenibile leggerezza dell’essere di M. Kundera. Stainbeck,”I pascoli del cielo”;  K. Marx,” Il Capitale”…e tanti autori di poesia: Tagore, Neruda, Jmenez, Quasimodo, Montale, Foscolo ( il mio preferito), Leopardi, Carducci, Pascoli…

#Università/ lavoro- Qui sono stata sommersa da letture professionali : il percorso è stato impegnativo tra gli studi di pedagogia, un biennio di psicologia e una  annualità di perfezionamento presso il centro di cultura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il tutto complicato dai concorsi per diventare insegnante di ruolo, ( come si diceva una volta), dall’insegnamento e dalla nascente famiglia. Ciò non significa che non abbia letto alcuni romanzi, ma è più vivo nella  memoria il peso dei libri di studio. Cito  solo alcuni autori rilevanti per la mia formazione umana e professionale: Piaget, Bruner, Chamberlain, Froid, Jung, Fromm, Vigotskiy, Chomsky, De Bartolomeis ( La didattica come anti-pedagogia); per carità cristiana non vi impongo altro elenco. Cito un unico romanzo:

Steinbech, Furore

#ricorrenze: Non aspettavo il Natale o il compleanno per acquistare o farmi regalare dei buoni libri perché, anche in famiglia, la lettura è sempre stata un’attività elettiva.

#attualmente: Continuo a leggere i vecchi cari classici della letteratura. Sto leggendo ” La ragazza del treno”( voglio scoprirne il segreto del successo) e un libro di poesia cui, nel tempo, non avevo prestato la necessaria attenzione, “Libertà sulla parola” di Octavio Paz, premio Nobel 1990.

Gli elenchi sono sempre noiosi, ma spero di farmi perdonare con un sincero grazie.

Nomine:

http://isabellascotti.wordpress.com

http://giulianacampisi.wordpress.com

http://iriseperiplo.wordpress.com

http://paologiardina.wordpress.com

http://mammachestorie.wordpress.com

 Un caro saluto a tutti.

Marisa Cossu

Su questa poesia

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Cammino adolescente

su questa poesia

e  ripercorro i passi,

i pensieri della notte

che veniva  al mio cuore

agitato dalla vita scoperta,

dall’ansia d’incontrarla

e vedere dove esistono

le parole del futuro,

dove sono scritte,

da quale pagina

ogni lettera scomparsa

torna al suo senso,

un prato per volare

con la pagina d’ incantata

giovinezza.

E tu eri già nei versi

e con me venivi nel vago

componimento del tempo,

nell’antica metrica infallibile,

lontana come il poema

che dentro cantava l’amore,

ricerca indistinta di te,

voglia di sorprendermi

quando la luna va a dormire

dietro la montagna;

 pensare di abbracciare

l’alba della vita,

imprimerla nel mio foglio

in modo indelebile,

lasciarmi un giorno confortare

dall’adolescente poeta

che ancora mi danza in petto

e accende speranze

mentre si fa sera.

 Marisa Cossu