In cerca di poesia, di senso e di parole
cammino per un fiume senza sponde:
ci sono alberi ingoiati dalla notte
piantati nella palude del vuoto,
un uccello nato dalla mia mente
fugge tra rami dove la luce
è divisa da alti pioppi emersi,
senza radici corrono dietro al sole,
seguono come ombre lineari
la cetra di un dio, si muovono,
si spengono nel tramonto,
sillabano con il vento il loro senso,
si levano dal mio tronco d’ anima,
trascinano il mio vuoto altrove.
La mia voce è un balbettio
ripete sillabe e lettere, non è parola.
La parola è in alto, dove non ho forza,
troppo perché possa raggiungerla.
Il suono e la ragione, nascono
da quel vuoto sradicato,
da un ferro conficcato nella carne,
da una rossa ferita che grida il dolore
e da quel sangue sale e respira,
esce da un vasto corpo di terra;
non ha limiti l’attesa,
la parola si forma, zampilla,
è segno della ferita scavata
nella solitudine visionaria
di un mistero inconoscibile,
cicatrice e nuova creatura.
©Marisa Cossu
Una bellissima poesia. Complimenti!
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Grazie, contenta che ti piaccia. Marisa
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Parole molto forti dette da un poeta che dalle parole trae immagini di vita, di amore, di sentimento, di gioia, di dolore.
Sempre profonde le tue”parole” Marisa.
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Grazie cara! La parola è poesia solo quando riesce a condividere e a fondersi con il dolore , con il più vasto sentire e con le emozioni scaturite dalla visione del “sensibile”. Un bacione,
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Sento trasmesso tutto il dolore di questo mondo straziato.
Sheraconunabbraccio 🌷🍀🌹
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Marisa con un sorriso. Grazie
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Gran bella poesia cara Marisa. Una poesia ricca d’immagini, dove la ”tua parola” alla fine, attraverso il dolore, sa emergere per farsi universale. Grazie amica poetessa. Isabella
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Un caro abbraccio e grazie per le belle parole. Marisa
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Meritate e soprattutto sinceramente sentite. Buona serata cara Marisa. Isabella
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