Archivio mensile:febbraio 2016

A presto !

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rosa_rossa_singola[1]Per qualche tempo il mio Blog resterà silenzioso, ma non spegnerà il fuoco della poesia e il mio pensiero per voi tutti, cari amici. Torno appena possibile a raccontarvi il mio diario interiore e ad interagire con i vostri bellissimi post. Un caro saluto

Marisa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

POTENTE

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49- Quadro

È potente  l’amor che si trasforma

in un disco di fuoco ora sfuggente,

come liquido sole segue l’orma

del suo giro celeste lentamente.

 

Intorno a me corre la rossa l’orbita

che mi stringe tra il sogno e l’orizzonte,

tu nel tramonto sei raggio di vita

nell’arco azzurro a costruire un ponte

 

su cui venire a me nell’infinita

dolce agonia di questo giorno amato,

ultimo cerchio che più chiaro splende

 

dall’azzurro del cielo ora baciato

prima che notte cada sulle cose

e quel bacio assoluto mi sorprende.

Marisa Cossu

 

 

Poeti

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G. De Chirico, Monumento al poeta, 1969

Come l’amore, la poesia è la più alta e nobile creazione dell’uomo e la libertà è uno dei prerequisiti fondamentali di questa imperscrutabile esperienza; tuttavia i poeti non si sentono mai completamente liberi, né appagati o tanto meno felici, mentre, nell’apparente addormentamento delle passioni, cercano in solitudine di poter guardare oltre i limiti fisici per cogliere i tratti e i segnali dell’infinito. Essi intuiscono, sentono, di essere atomi dell’universo e chiedono al mondo invisibile di svelare il mistero custodito nella coscienza universale. A volte il loro canto non riesce a levarsi più in alto del foglio su cui scrivono le parole o le stesse vengono usate naturalmente, quasi i poeti fossero padroni e gestori di un linguaggio fortemente comunicativo ed empatico. Spesso i poeti incontrano la banalità, l’ovvietà, la retorica, i limiti in cui sono costretti dalla loro inadeguatezza o dalle rigide regole di una malintesa  tradizione letteraria e si attorcigliano in un grande senso di frustrazione.  Ma è qui che può nascere il messaggio: ai poeti si addice l’assenza, la privazione, l’incompiutezza e soltanto nella spirale che dall’esterno sensibile conduce alla visione interiore, trovano qualcosa che completi e dia senso al concreto che dissimula, sovverte la realtà con i suoi dati soggettivi. Fuori c’è l’identico, lo statico, l’accaduto, l’irrecuperabile se non attraverso lampi di memoria, cicatrici di sentimenti ed emozioni; dentro c’è il delirio del movimento, l’azione che vuole irrompere, le cose non circoscritte, una complessa organizzazione che, alla pari della complessità universale, va alla ricerca dell’essenza, del semplice. In questa esperienza di continua ricerca dentro e fuori di sé, il poeta vive una liquida e visionaria intuizione che lo aiuta a riconoscere i “sintomi dell’estetico”, a percepire le costanti, le ragioni della bellezza e restituisce dignità e speranza alla sua scrittura. Questa è la zona in cui egli prova il furore della passione e il senso del distacco necessario alla comunicazione poetica; soltanto qui l’amore e la morte dichiarano di essere facce della stessa esperienza e il limitato mondo di ciascuno si confronta con la vivente contraddizione su cui tutto si regge.

©Marisa Cossu

 

Premio letterario “Arco dei Gavi”

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Oggi buone notizie!

Ringrazio la commissione giudicatrice e gli organizzatori del Premio letterario “Arco dei Gavi” per aver selezionato tra cinque altri autori, la mia poesia AUTUNNO e per avermi attribuito il diploma d’onore. Sono lieta di riproporla alla vostra attenzione:

Autunno

L’albero sentì un brivido,

la casa impallidì

per un soffio

di vento gelido.

Una pietra si nascose

sotto foglie ancora tiepide,

una goccia d’inchiostro

cadde sulla mia pagina

e disegnò l’autunno

su un foglio

di umida malinconia.

©Marisa Cossu