Archivio mensile:aprile 2016

Liebster Award

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coccarda[1]Ringrazio il Blog “Il piacere di scrivere”  https://giuseppeciccia.wordpress.com per avermi attribuito questo graditissimo Award e rispondo alle undici domande:

  1. Perché hai creato un Blog?
  2. Quanto tempo dedichi al tuo Blog?
  3. Cosa cerchi di trasmettere tramite i tuoi articoli?
  4. Quale argomento ispira i tuo articoli?
  5. Sei curioso?
  6. Qual è il tuo argomento preferito?
  7. Qual è il tuo libro preferito?
  8. Se fossi una pietanza cosa saresti?
  9. Quale immagine ti rappresenta?
  10. Quale città preferisci?
  11. Quali socialnetwork usi?

Cercherò di rispondere, per quanto possibile, con un unico articolo:

Un Blog è molto di più di una forma di comunicazione digitale: nel Blog si aggirano pensieri ed anime in cerca di un contatto con l’universo, le anime di chi, come me, ha la passione della scrittura e della lettura e si interfaccia con un mondo di segni e di amici virtuali per comunicare la propria presenza, oltre ogni restrizione burocratica, oltre ogni ipocrisia spesso scontata nell’editoria tradizionale. Ma il Blog è anche crescita e confronto, viaggio tra le innumerevoli esperienze e forme di scrittura e di arte con cui si viene in contatto. Con il Blog si può immaginare più di quanto ci sia concesso nella vita normale: è una zona personale tutta dedicata a coloro che a notte inoltrata, smettono gli abiti usuali e diventano gli autori che vorrebbero essere.

Due anni fa l’editore di un mio libro mi consigliò di aprire un Blog per far conoscere i miei libri; tra molte difficoltà tecniche e altrettante di tipo  psicologico, ho iniziato questo percorso senza pormi una scadenza. A volte provo il desiderio di lasciare proprio per l’indeterminatezza e la vacuità di questa vasta navigazione dei miei pensieri tra gli infiniti e misteriosi pensieri della rete; spesso provo un senso di solitudine e di vuoto perché molti di coloro che mi seguono e che io seguo, sembrano diluirsi in spazi e tempi che non conosco; ma ormai si è creata una certa dipendenza da questo incantesimo e sarebbe difficile tornare indietro … Il Blog ti entra nel sangue e non puoi farne a meno.

Attraverso i miei articoli cerco di trasmettere il mio pensiero e il mio essere in poesia. La ricerca è soprattutto interiore anche se ispirata alla vita vera, ai sentimenti e alle emozioni.

Il libro che conservo gelosamente è “I miserabili” di Victor Hugo perché sulle sue pagine all’età di cinque anni imparai a leggere in un mondo e in un modo affettivamente ricco e ormai piuttosto lontano legato al ricordo di mio padre.

Ho una mia pagina su Facebook e il mio profilo su Twitter e Google.

Dedico il Liebster Award a tutti gli amici che vorranno accoglierlo per raccontare la propria esperienza.

Marisa Cossu

 

 

“ALLE FRONDE DEI SALICI…”

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E come potevamo noi cantare

con il piede straniero sopra il cuore,

tra i morti abbandonati nelle piazze

sull’erba dura di ghiaccio, al lamento

d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero

della madre che andava incontro al figlio

crocifisso sul palo del telegrafo.

Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese,

oscillavano lievi al triste vento.

Salvatore Quasimodo

Memoria

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R. Magritte, La prova del sonno, 1926-27

 

La sera cancella il giorno dal tuo voto,

lo confonde alla nebbia azzurrata,

vela i tuoi occhi già sereni

e nasce da un miraggio la memoria

di te che torni su un viale di sole,

venuto per salutarci da un mistero

sommerso, che non consola, brucia.

Marisa Cossu

L’iris

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Van Gogh (iris)

V. Van Gogh, Iris

Qui, dove l’iris nasce presso il mare,

distendevo le membra sulla sabbia

sazia di giovinezza e di emozioni,

d’azzurro era pervasa la mia anima

d’acqua e di cielo, per il tremolio

dei riflessi splendenti sulla riva.

L’iris d’un manto ricopriva il prato

celandomi alla vita per il tempo

segnato dalle magiche illusioni.

Il tempo si nutriva del mio corpo

ed io dei sogni che salivan lievi

in alto con il grido degli uccelli

in un attimo eternamente breve.

©Marisa Cossu

Com’è dolce

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Claaude Monet, Soleil levant, 1872

Com’è dolce lasciarsi trascinare

sull’onda dell’ignoto divenire,

come legno leggero in mezzo al mare

che poi si culla prima di svanire.

 

Del futuro bruciare solo l’attimo

fuggente nel trascorrere del giorno

e lasciare la pena in fondo all’animo,

nel sottosuolo di mistero adorno

 

che smemora la vita già accaduta,

le toglie il peso greve del timore,

ne allontana il possibile ritorno.

 

In altra solitudine vissuta

infine tace ogni parola intorno

e nel silenzio cade già il dolore.

©Marisa Cossu

 

Premio letterario AlberoAndronico 2016

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il 25 Marzo 2016, nella Sala Protomoteca in Campidoglio a Roma, si è svolta la cerimonia del premio AlberoAndronico durante la quale ho ricevuto due premi: il diploma di merito per la poesia “Periferie” e un premio speciale della giuria. Lieta di mostrare il Diploma e le medaglie. Un caro saluto a tutti gli amici del mio Blog. Con affetto, Marisa.

Temo

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Paul Gaugoin, Autoritratto, 1893

 

Non l’inferno m’angustia,

nell’esistenza tenace si annida;

non il buio di mondi sconosciuti,

né il peso di un’eterna notte di pece;

ma che si resti sospesi in un vuoto

e non ci sia mai vera certezza,

che mai si possa conoscere

un barlume di umanità.

Temo che la superbia non possa mai

chiarire il nulla della vita,

che essa sia un vuoto pieno di vuoto

dove pendono tracce, punti e linee,

segni confusi tra l’esistente e l’eterno.

E la luna  ci guarda, spegne le cose

senza vederle e continua a splendere

sull’immensa tragedia del male,

sulle desertificate città dell’uomo

dove le croci hanno deposto il carico

di dolore e perso anche i chiodi,

e restano in legni ammucchiati

nell’inutile silenzio dei vivi.

Temo, non ci sia l’uomo dove io cerco

ma una traccia sperduta e spenta

strisciante ai piedi dell’infinito

e, temo, che lentamente con essa

mi stia spegnendo anch’io.

©Marisa Cossu

 

Poesia

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Nell’infinito vagano le stelle…

 

 

Nell’infinito vagano le stelle

lievi segni descritti dalla notte,

strie di vascelli erranti

che vivono d’amore nell’incanto

della volta celeste e delle onde

dove la solitudine è più nuda.

Trascendentale, timida compagna

in quest’ora tu posi sulla fronte

le parole segrete, i suoni rari

che non trovo tra gli altri e mi consoli

mentre mi resti accanto e di te nutri

l’animo mio  e il canto con te rechi

oltre la notte, oltre il nuovo giorno.

Solo con te io  varcherò il confine

dove sono gli opposti delle cose

e li vedrò con lucida chiarezza

per l’unico mistero che li spiega.

©Marisa Cossu

 

 

L’albero rosa

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Michele Cascella, Alberi con casa

É il risveglio dell’albero rosa:

ora gode la precoce primavera

vestito da una cupola di fiori;

non sarà felice per sempre,

né rallegrerà il mio sguardo

quando leggerò il freddo mistero

che lo spoglia, strema il passero

e  i colori  ruba in un brivido cupo.

Già la pioggia annebbia il cielo;

non c’è scampo alla parabola

che innalza il culmine di gioia

per gettarlo repentino nel vuoto.

Se potessi essere quell’albero,

addormentato nel crepuscolo

dell’ autunnale temporaneità,

e svegliarmi ogni volta per sempre

dal fondo dei miei giorni finiti,

essere come nuova creatura

nell’appagato ritorno degli uccelli.

©Marisa Cossu