Il silenzio genera l’invisibile;
i pensieri prendono forma,
le cose respirano, si animano,
sussurrano il proprio nome,
si nutrono di solitudine,
emergono dalla memoria
e come stelle fisse
splendono di luce propria.
Nell’infinito volteggia
la lieve sostanza sospesa
della coscienza sommersa;
entra nell’abisso muto dell’io,
dove l’ignoto mai visto si svela
prima che il segno diventi parola,
la parola che scrivo, che sento;
una flebile traccia d’amore.
Marisa Cossu
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