Archivio mensile:agosto 2016

Verità

Standard

Quadro  (allo specchio)

 

Disegnavi con le mani

le tue parole,

i pensieri volavano lievi,

come ali d’uccello

discorrevano sulle labbra

in versi brevi.

 

E sorridevi con gli occhi,

con il corpo illuminato

dall’interno splendore

della tua intima verità,

io già ombra del vissuto

abbandonato alla sera.

 

Non appariva immagine

di forme, linee o punti,

sospesi ai fili delle dita,

destavi senza voce

dal nascondiglio

del tuo essere esistito,

il desiderio di possederti

bene infinito e nudo.

 

Oh divina presenza,

all’apparire ti mostravi vera,

l’essere nell’assenza nascondevi.

Nel divenire incerto della vita,

la mia ombra sbiadiva con la sera

e a me l’avaro tempo ti rubava.

Marisa Cossu

 

 

 

La vita

Standard

1903_pablo_picasso_012_la_vita[1]

Pablo Picasso, La vita, 1903

Cos’è mai la vita…

un viaggio da una stazione

ad un’altra sconosciuta,

un diario da riempire di parole,

di pensieri e di gesti ordinari,

una parentesi che s’apre in un grido di gioia

e si chiude nel silenzio.

In mezzo, il tempo dell’orologio,

la scansione delle stagioni,

i frutti, l’amore, la festa,

lampi di poesia e felicità

e l’ingiallirsi delle foglie,

i tuoi capelli di cenere,

qualche caduta e qualche colpo al cuore;

i giorni e le notti con la tua musa

e i ricordi, la colpa di vivere ancora,

mentre cadono i sogni

e coloro che ami vanno via.

Si, solo l’amore giustifica la vita,

rende chiara la meta

e il ritrovarsi oltre,

credere nell’infinito.

arisa Cossu

Alcune riflessioni intorno alla Poesia

Standard

82a2556cb9_6642182_lrg[1]

 

Leggo sempre con vivo interesse i post in cui i poeti e i critici letterari, scrivono di poetica  e di Poesia. Trovo che, nonostante troppe parole siano state spese sulle grammatiche e le metriche di questo fatto cognitivo e spirituale, non sapremo mai definire e descrivere la Poesia, né entrare nel luogo in cui si celebrano i suoi misteriosi fasti.

Penso che la Poesia sia come l’ESSERE teorizzato da Heidegger. si cela nel suo nascondiglio e ci fa sentire la sua mancanza, ci fa soffrire l'”assenza” mediante immagini di sé soggette alla percezione sensibile. Esse sono gli alfieri di qualcosa che non afferriamo del tutto, ma che ci lasciano intuire l’oltre e l’infinito, i sintomi,  le costanti, le ragioni, quasi una prima manifestazione di un’assoluta bellezza.

In queste manifestazioni dell’essere Poesia, il poeta percepisce la dannazione di dover sempre ricercare all’interno di sé, ciò che nell’Arte è spirituale e infinito e che fuori di sé è immagine.

La creazione è un perpetuo divenire: l’essere, la Poesia, in questa mia semplice riflessione, lascia che l’accaduto si sussegua nel tempo senza sussistere e che l’esistente sia quasi inconsapevole della sua matrice.

Il suo scopo è quello di motivare necessariamente il poeta a ricercare i sintomi dell’estetico, mentre dal suo nascondimento la poesia disegna il divenire possibile. Nessun artista, nell’accingersi all’opera, sa compiutamente ciò che riuscirà a rappresentare e a significare con il proprio originale impegno.

Nessuno sa come si fa la Poesia. Nessuno sa che cosa sia.

Marisa Cossu

Se ne va

Standard

50f4d1a7cd9424ebf5fb7951f3e77fbf4c52d1ee5fccf[1]

U. Tozzi, Temporale estivo

Se ne va col temporale

l’incantato stordimento dell’estate,

culmina in un tuono inaspettato

e resta l’umido odore della pioggia

in rigagnoli di schiuma

presso i margini dei pini.

Ancora vive il ricordo

dei lunghi giorni di luce

mentre il tempo abbraccia le ore,

allunga mobili ombre

e incide sulla terra

la sua ultima parola.

Marisa Cossu