Nascono rose e viole
nello spoglio giardino
della dimenticata giovinezza;
come nel vuoto un frullio alato e nuovo,
l’attesa palpitante
dei miei giorni migliori.
E s’alza il rampicante gelsomino
dal mio cuore stellato;
ma non è primavera, non ancora:
forse un annuncio timido di quiete,
di un cadere più dolce delle cose
intorno risvegliate
dal magico apparire
di ciò che vive e regna
nel gelo che mi stringe
e tenero s’incarna
Tiepido sole apre le cento stanze
dell’ assonnato chiudermi in me stessa
dove si attarda ancora cupo il tuono
e s’alza il vento nell’eterna lotta
che scioglie la tristezza;
come nuvola bianca la sfilaccia
evanescente, ora da me lontana.
Penso al futuro e temo ancora l’ombra:
mi angustia che ritorni.
Marisa Cossu
Perfect poem for the coming of spring.
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Grazie mille e un cordiale saluto.
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Divinamente bella. Davvero grande la mia amica Marisa. Non ti ho dimenticata , è solo che purtroppo tante cose per me sono cambiate. Il tempo a disposizione per dedicarmi ai blog come un tempo mi pare terminato. La stanchezza è tanta, ma anche la speranza di riprendere in un qualche modo lo stesso ritmo. Baci. Isabella
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Ciao cara. Anch’io sono poco presente per i tanti impegni. Ti penso con affetto e spero che riusciremo a incontrarci in uno dei tanti premi. Ti auguro tutto il bene. Un bacio ad Arianna.
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dolce, intensa e molto primaverile la tua poesia. Tutto rinasce dopo l’arido inverno.
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Bella è l’attesa!
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certamente. Serena serata
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L’ha ribloggato su marisablog.
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