Libero verso,
dove fermo un punto
posa il respiro e la pausa scende
tra parole non scritte,
né annotate sull’arioso spartito
di un insolito canto;
e la conta insegue sillabe nuove,
ritmi disposti solo nell’animo:
non so che cosa sia, dove origini
l’ armonia vaga , come muova da me
l’irrefrenabile fiume di segni
che pretende il mio dire,
si veste d’infinito,
scava nell’odio e nella festa
e, infine, con me giace
per riposare nell’incerto mito
del mio stolto sentire.
Marisa Cossu
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