Archivio mensile:dicembre 2017

AUGURI DI BUON ANNO acrostico

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 AUGURI DI BUON ANNO (acrostico)

 

A voi che dite d’essere gli umani

 U n comune sentire si conviene:

 G emmi nel vostrovivere irrequieto

 U nità degli intenti, e virtù nuova

 R itorni ad elevar le vostre menti

I ndurite dal fango della terra.

D ovunque torni a vincere ragione

 I nvece che ingiustizia e il superiore

B ene sia leva che rinnovi il mondo;

U ltimo appello per generazioni

O ggi disperse in esistenze vuote

N ella durezza vana dell’avere.

A vvolte in apparenti sicurezze,

N on si vedon tra gli altri  e sole vanno

 N ella corsa sfrenata del potere.

 O ra discenda il nuovo in tutti i cuori.

Marisa Cossu

 

Come la neve

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Collins Jacob (tracce nella neve)

 

Come la neve

 

Alla base degli alberi d’argento

cade la luna e l’ombra sua traspare,

lieve ricamo in terra,

dove aspro l’inverno ha disegnato,

con mani fredde, una trama di gelo;

rami nudi e contorti,

semi deformi e morti

giacciono tra radici inaridite,

bianchi di neve effimera che sfugge.

Così, vita di luna, amor d’argento,

a tua insaputa abbracci la misura

del tempo a noi concesso

e in essa ti consumi,

nel velo della neve oggi caduta.

Così trascorri e muti con le foglie

per divenire neve che si scioglie.

Marisa Cossu

 

 

La pena degli invidiosi

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La pena degli invidiosi

 

Simili a rocce dentro un grigio manto,

sostavano impietriti i mendicanti,

anime cieche che per il gran pianto

aveano occhi cuciti. Erano amanti

 

dei beni altrui, sospesi nell’incanto

di un oscuro girone dove affranti,

nel luogo freddo e scuro del rimpianto,

 trascorrevano il tempo, supplicanti.

 

Nulla bastava in vita all’invidioso

perso nella passione per quel vizio

che nel bene e nel male lo prendeva.

 

Così del livoroso si faceva

un sasso il cuore e iniziava il supplizio

di cui il Poeta fu poco pietoso.

Marisa Cossu

QUATTRO POESIE INEDITE di Nazario Pardini SUL TEMA DELL’UTOPIA O DEL NON-LUOGO

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L'Ombra delle Parole Rivista Letteraria Internazionale

Auschwitz- Auschwitz

(Invitiamo tutti i lettori ad inviare alla e-mail di Giorgio Linguaglossa glinguaglossa@gmail.com per la pubblicazione sul blog poesie edite o inedite sul tema proposto)

L’isola dell’utopia è quell’isola che non esiste se non nell’immaginazione dei poeti e degli utopisti. L’Utopìa (il titolo originale in latino è Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus de optimo rei publicae statu, deque nova insula Utopia), è una narrazione di Tommaso Moro, pubblicato in latino aulico nel 1516, in cui è descritto il viaggio immaginario di Raffaele Itlodeo (Raphael Hythlodaeus) in una immaginaria isola abitata da una comunità ideale.”Utopia“, infatti, può essere intesa come la latinizzazione dal greco sia di Εὐτοπεία, frase composta dal prefisso greco ευ- che significa bene eτóπος (tópos), che significa luogo, seguito dal suffisso -εία (quindi ottimo luogo), sia di Οὐτοπεία, considerando la U iniziale come la contrazione del greco οὐ (non), e che cioè…

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Catullo, carme III

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Catullo, Carme 3

 

Piange la mia fanciulla per la sorte

del passero che amava più che luce

degli occhi suoi di perla, ma la morte

a lei l’ha tolto e al buio lo conduce;

 

e più non torna a saltellare intorno

né si posa sul grembo conosciuto,

accarezzato e pago di quel giorno

di tenerezza pieno, ora perduto.

 

Con la mia Lesbia piangano gli amanti

e Venere e Cupido abbiano cuore:

sono arrossati gli occhi suoi sognanti

e mai potrà tornarvi lo splendore.

 

Tenebre maledette, divorate

le cose belle e a Lesbia non pensate.

Marisa Cossu

ECCO IL MIO CIELO

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Cielo stellato

Ecco il mio cielo

 

Ecco il mio cielo pieno di mistero:

m’incanta se rimiro ad occhi chiusi

quell’infinito che si muove intero

 

e ruota intorno all’asse mio segreto

tra gli intimi pensieri mai conclusi

che sempre in solitudine ripeto.

 

Io, minima particola di eterno,

polvere di una stella che s’invola,

vorrei tornare a quel seno materno

che tutto abbraccia in una volta sola.

Marisa Cossu

Protagonisti – Marisa Cossu fine tessitrice di versi poetici.

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Antonino Schiera - Riflessioni d'Autore

Marisa_Cossu La poetessa Marisa Cossu

Parlare di Marisa Cossu non è esercizio semplice in quanto siamo di fronte ad una poetessa e saggista che riesce ad unire rare doti, che non sempre riescono a convivere, all’interno di una notevole produzione letteraria. A lei questo succede, per via di un virtuoso incontro tra conoscenza e poesia, che le sono valsi numerosi premi letterari di alto livello.

La sofisticata bellezza dei versi volteggia in perfetta simbiosi insieme alla ricercatezza ed al rispetto delle regole di metrica e delle tecniche poetiche, senza che venga tralasciata e avvilita l’originalità.

Ho avuto il piacere di conoscere Marisa Cossu in occasione della premiazione del Concorso di Poesia Internazionale “Gocce di Memoria” che si è svolto il 4 giugno 2017 nell’incantevole Castello D’Ayala Valva di Carosino in provincia di Taranto. In questa occasione la sua poesia “Il ritorno a casa” è risultata prima classificata nella sezione “Gocce di Memoria”

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VASI

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Anfora-Panatenaica[1]

Vasi

 

Di terracotta un vaso e uno di rame

trascina la corrente verso il mare.

È un fiume che si gonfia tra il pietrame

e fa paura al meno resistente

 

che, destinato ad essere rottame,

naviga a vista sempre più prudente;

l’altro lo affianca pronto a farne strame

e si avvicina altero e indifferente.

 

Chi la pochezza sua vuol preservare

se, per sfortuna, è il meno dotato

deve tenersi al largo dal potente:

 

si guardi dal compagno prepotente

e si allontani dopo avergli dato

lo spazio che pretende al suo passare.

Marisa Cossu