Senza di me navigherai sperduto
per onde e mari dalle vaste rive
e non potrai voltarti per vedere
che cosa mi trattiene e lega a terra.
Aspetterai che il passero ritorni,
come ai bei tempi, a saltellarmi intorno,
che mi susciti amore e una carezza;
ma null’altro che il vuoto mi raccoglie,
la notte mi ghermisce per la veste,
liquida mi discioglie nella forma
dell’acqua senza posa e sono fiume
cantato dai poeti, quel Galeso
dove vivemmo il mito , il dolce vino,
l’incanto della prima giovinezza.
Tu, Sole, eterno passi in alto: segui
quell’arco che ci sfugge e in ombra muore.
Marisa Cossu
tra sogno, realtà e un po’ di malinconia ci porta in quella terra dei ricordi che alla fine ci fanno tornare bambini.
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Grazie delle gentili parole. Un caro saluto.’
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un sorriso
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Il ricordo dei giovani anni ci sostiene quando la malinconia ci è compagna negli anni della tarda giovinezza che ci insegue passo passo togliendoci la gioia di vivere. Splendida lirica rievocativa curata nella forma di piacevole lettura. Ciao!
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Grazie dell’apprezzamento. Serena notte.
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È molto brava, signora Marisa 🙂
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Grazie di cuore. Leggo adesso il gradito commento.
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