
Ascoltavo la pioggia.
Una goccia scavava,
scavava il fumo grigio
di una ormai consumata sigaretta,
scavava dentro con un graffio lento
che segnava l’attesa.
(… Non so che cosa udivi nei
fermenti
incisi dalla pioggia
… gutta cavat lapidem …)
Lento appariva quel poco di vita
sommersa, quel colpo nel cuore
spaurito,
il folle bisogno d’amore,
la vita, la stanza , la pioggia, la goccia
che scava e lava la fronte aggrottata.
Nella stanza ormai chiusa,
sul letto piovevano ombre di cielo .
L’immenso spariva.
Marisa Cossu
ben tornata con questa splendida poesia.
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Ciao, grazie. Bentrovato
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un sorriso
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