Il cigno
Ed era là Parigi,
il luogo della vita,
dove pensoso ora trascorro il tempo
immerso nei ricordi più lontani;
forse nessuno prima aveva visto
passar di lì immemore un uccello,
un fiume lacrimante, un uomo stanco,
un vecchio marinaio abbandonato
dal mare nella dàrsena rocciosa
come relitto affondato dai gorghi.
Ed era là Parigi,
il tempo nel mio tempo
alimenta il viaggio del solito dolore.
Gonfia di pianto Andromaca la Senna:
è la vita che soffre mentre fugge
per la città mutata ed io ne seguo
il corso che resiste all’annullarsi
in ombra della vita, e nel naufragio
senza le vele, scivolo nel mare.
Ora leggo la storia:
il mito, il pianto, ciò che in me ha scavato
il mutamento e mi appartiene, adesso
che nella terra un cigno ha perso l’ali
e più non riconosce le vie nuove
in una rotta d’albatri migranti.
Marisa Cossu
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