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Omaggio a Baudelaire

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Philippe Calandre, Utopie 2, 2013, stampa su foglio di alluminio e a getto di inchiostro, inquadrata con scatola americana

 

Il cigno

 

Ed era  là Parigi,

il luogo della vita,

dove pensoso ora trascorro il tempo

immerso nei ricordi più lontani;

forse nessuno prima aveva visto

passar di lì immemore un uccello,

un fiume lacrimante, un uomo stanco,

un vecchio marinaio abbandonato

 dal mare nella dàrsena  rocciosa

come relitto  affondato dai gorghi.

 

Ed era là Parigi,

il tempo nel mio tempo

alimenta il viaggio del solito dolore.

 Gonfia di pianto Andromaca la Senna:

è la vita che soffre mentre fugge

per la città mutata ed io ne seguo

il corso che resiste all’annullarsi

in ombra della vita, e nel naufragio

 senza le vele, scivolo nel mare.

 

Ora leggo la storia:

 il mito, il pianto, ciò che in me ha scavato

il mutamento e mi appartiene, adesso

che nella terra un cigno ha perso l’ali

e più non riconosce le vie nuove

in una rotta d’albatri migranti.

Marisa Cossu

 

I bambini

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Alexander Averin, Giochi sulla costa, pittura russa cont.

I bambini

I bambini hanno ali per volare,

ascoltano la voce dei deserti,

parlano ad invisibili presenze,

cercano di scoprire dove dorma

la luna, quando chiudono gli occhi

e la notte versa fiumi di stelle

in un sogno inquieto, pervaso

dal sottile lamento delle cose,

dimenticate sul cuor della terra

dal severo tempo dell’accaduto;

ma i bimbini  parlano del futuro.

Marisa Cossu

Verità

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Quadro  (allo specchio)

 

Disegnavi con le mani

le tue parole,

i pensieri volavano lievi,

come ali d’uccello

discorrevano sulle labbra

in versi brevi.

 

E sorridevi con gli occhi,

con il corpo illuminato

dall’interno splendore

della tua intima verità,

io già ombra del vissuto

abbandonato alla sera.

 

Non appariva immagine

di forme, linee o punti,

sospesi ai fili delle dita,

destavi senza voce

dal nascondiglio

del tuo essere esistito,

il desiderio di possederti

bene infinito e nudo.

 

Oh divina presenza,

all’apparire ti mostravi vera,

l’essere nell’assenza nascondevi.

Nel divenire incerto della vita,

la mia ombra sbiadiva con la sera

e a me l’avaro tempo ti rubava.

Marisa Cossu

 

 

 

DATEMI UN AUTUNNO

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 542580_501104123247786_1459389117_n[1]     (Renato Guttuso, Prato d’ Autunno)

Datemi un Autunno che scolori i capelli,

lasciate che mi accolga tra le foglie

e mi ricopra col suo mantello rosso

nelle notti che annunciano l’ Inverno

e mi porti la pioggia con l’ odore dell’erba,

che disseti la mia arida anima.

Datemi i pensieri delle foglie morte,

il volo degli stormi migranti a sud

per le immense rotte marine;

su quelle ali, lasciate che mi posi

come  foglia sollevata dal vento;

lasciate che consenta al mistero,

come gli uccelli, che per continuare

a cantare vanno leggeri e in pace:

non sai dove si fermeranno

in quali terre deporranno il nido;

dove riposerà nel tempo

la mia ansia di vita.

Passo di danza

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Barbara Missana 14( Foto pers.)

Danzi

con passo leggero,

ondeggia il manto dei capelli

lunghi e neri,

le braccia ali di colomba leggiadra.

Dove andrai 

dove riposerà la tua bellezza

alla fine del suono?

Forse la ruberà il vento

muovendo

le tue vesti leggere

sulla riva del mare.