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POESIA

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Oh, miele amato, suono che consola,

nei granelli di sabbia ti nascondi,

ai fili d’erba nuova ti confondi

e ti riveli solo se cercata.

 

Tu, dolce canto sei nuova parola

nell’interiore spazio dove effondi

la tua bellezza da lontani mondi;

forse utopia, illusione destinata

 

ad un estraneo nulla, ma salvata

chimera da chi t’ama, da chi vede

nell’ombra l’infinito, e forte chiede

che dalle Muse tu venga baciata.

Solo l’amore muove in alto il canto,

la sua carezza poi addolcisce il pianto.

Marisa Cossu

Libero verso

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Libero verso,

dove fermo un punto

posa il respiro e la pausa scende

tra parole non scritte,

né annotate sull’arioso spartito

di un insolito canto;

e la conta insegue sillabe nuove,

 ritmi disposti solo nell’animo:

non so che cosa sia, dove origini

l’ armonia vaga , come muova da me

l’irrefrenabile fiume di segni

che pretende il mio dire,

si veste d’infinito,

scava nell’odio e nella festa

e, infine, con me giace

per riposare nell’incerto mito

del mio stolto sentire.

Marisa Cossu

FUTURO

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I disegni dei bambini

 

Tenera spora di una vita breve,

tu, segno dell’ignoto divenire,

il canto di una madre avverti lieve

nel nascondiglio da cui puoi sentire.

 

Tu non sai, figlio mio, che nel cammino

della dura fatica della vita,

nascerai presto e diverrai bambino

nel mondo di una guerra mai finita.

 

Vedrai la terra perdere i suoi fiori,

crescere muri d’odio e indifferenza,

ma tu, piccolo principe, resisti;

 

qualcuno vorrà spegnerti i colori,

con mano toccherai la sofferenza,

tu sei futuro e sol per questo esisti.

Marisa Cossu

Canta il mare

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Dolci onde in arrivo

Canta il mare la bianca conchiglia.

Un pianto di chitarra lontana

cammina, un’onda per ogni nota

soffiata dal vento, nella corsa

di creste evanescenti sulla sabbia,

in spirali di schiuma leggera.

Come sono chiari i tuoi occhi

sul mio corpo illuminato

dalla tua azzurra emozione,

disperso in te nel caldo  gorgo

che tutto sul fondo  trascina.

E come è facile abbandonarsi

al trasparente e necessario flusso

della impetuosa deriva d’amore,

risvegliata da un canto di nostalgia.

© Marisa Cossu

L’allodola

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Cappellaccia_volo[1]

Già l’allodola canta,

con l’aurora sbiadiscono le stelle,

la luna diafana scompare.

E appare l’alba

con il canto salita dai campi

dove cresce il grano,

ma subito lontana, un frullo d’ali,

un lieve soffio al limite del giorno.

Così fugace è il canto,

la carezza sui corpi abbandonati

nell’ultimo respiro della notte,

la materia sospesa nel silenzio violato

di un fuggevole amore, evanescente eco

di una voce che si perde lontano;

ma noi la tratteniamo,

ancora per un poco, con lunghi abbracci,

nel nido di una dolce aurora

solo da noi creata.

                                                                             © Marisa Cossu

Il fuoco della poesia

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persistenza-della-memoria_persistence-of-memory[1] (2)

S. Dalì. La persistenza della memoria,1931

 Viene l’inverno,

 tempo del canto

bruciato dal fuoco,

di parole come scintille;

la vita intanto siede al caminetto

e si riscalda perchè il gelo non stringa

 nella morsa crudele  la più segreta musica.

 Trame di vento rubano emozioni alla fonte del suono;

ma la voce arde ancora nel sonno del pensiero,

dorme lieve nell’ assopito respiro della terra.

Sale l’acre profumo di un roveto ardente

e si scioglie nell’ aria con la prima neve.

Adesso andiamo…

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images[1] (5) Taranto, fiume Galeso

Adesso andiamo, mia voce,

presso il Galeso

tra le segrete rive dove scende il salice

tra foglie leggere, ora sparse tra rovi

in un angolo di estraneità,

a guardare l’ antico fiume

cantato dai poeti,

che scivola nel mare

sgorgato da una roccia glabra.

E’ tempo di creare un nuovo canto,

come l’ acqua venuto

da un sommerso mistero,

dall’ emozione azzurra palesata

in un tratto di cielo all’ improvviso.

 

” Quell’ angolo di mondo a me più di ogni altro sorride ”

Orazio

IL POETA

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G. De Chirico, Monumento al poeta, Piazze d' Italia

G. De Chirico, Monumento al Poeta, Piazze d’ Italia.

Il poeta è forse un sognatore,

un filosofo in cerca di se stesso

nei sentieri dell’ essere.

Nel viaggio sull’ onda della vita

libera la parola dal suo peso di pietra,

connette il suo sentire all’ universo,

prova il dolore della terra

per un seme mai  nato,

il calore delle piccole cose,

il profumo del vento ,

la tensione d’amore

che lega  le creature

nell’ infinito abbraccio delle stelle.

Per il poeta il tempo non esiste,

il futuro è con lui nella sua mente,

il passato e il presente sono altrove

scritti nella memoria, già parola.

Il poeta è forse un cercatore

di perle e di coralli :

nel silenzio profondo degli abissi,

tra le città sommerse,

con stupore egli vede affiorare

il segno di memorie antiche.

Il poeta è  forse un cercatore

di pepite e  diamanti

nel seno della terra dove scende

per incontrare il fuoco

di un sole rifugiatosi

nel cono di una solitudine cercata.

Oh visione interiore,

tu,  profetico canto,

non lasciare che il cuore del poeta

resti solo su una pagina vuota !

Siano le sue parole

più lievi di una nuvola

la cui pioggia abbia senso di salvezza,

conforto ed armonia.