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CANZONE

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Canzone

A sera sale il vento sopra il mare

e soffia la sua musica di sale

sulle distese rive fino ai monti

dove sbiadisce il viola sul confine

e muore il giorno in un lento declino

che della vita recita la fine

nel tramontare carico di uccelli

neri e silenti come i miei pensieri.

Così volge nel tempo il mio destino

e altrove fugge l’ombra della vita

col sole che nell’acqua l’ha rapita.

 

Potesse il vento muovere le stelle,

aprire il cuore ad una luce nuova,

cantarmi dentro come primavera

e rinnovare in me quei sentimenti

di speranza e di amore sospirati,

alla notte che avanza, ai miei tormenti

chiudere il passo, vivere di luce,

quando la giovinezza reca amore

e non esiste l’ansia del domani;

presto consuma il tempo la bellezza

dei giorni lieti lascia una carezza.

 

Canzone mia, cosa sussurra il vento,

quale confine insieme varcheremo

che non sia solo immagine fittizia

ma fuoco e fiamma di parole nuove

volate dalla pagina già scritta

verso la musa che all’amore muove

come un sospiro fatto di emozioni;

forse merletto che s’increspa a riva

in anse misteriose e gorghi oscuri;

così il tempo ricama nel cammino

di nostra vita un magico destino.

 

Adesso la visione mi consola

d’essere vento e sole e come l’aria,

ritorno a sera a ricontar le stelle:

oltre i confini di una vita grama,

lascio gli affanni e le passioni vuote

in un lontano altrove che mi chiama.

Senza voltarmi indietro seguo il vento,

seguo le stelle e il sogno mi attraversa,

anche il morir del giorno si disperde

e s’apre il cuore ancora alla bellezza,

con essa già rivedo la salvezza.

Marisa Cossu

 

 

 

Prime sensazioni settembrine

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KahloAbbraccioAmorevole[1]( Frida Kahlo, L’ abbraccio amorevole dell’ universo 1949)

Già la notte discende

tra le violacee sete del tramonto;

ora il giorno è più breve

svanisce nella sera

e già si annuncia vivida la luna.

Più veloce trascolorando il tempo

tinge di luce dolcemente spenta

mentre il  sole oramai ripiega i raggi

sulle terrazze bianche,

poi si perde lontano

dove il  blu  separa netto

la linea curva tra la terra e il cielo.

Già Settembre ha versato,

con la precoce oscurità del giorno.

ombre della malinconia;

è bastato il presagio

a ridestare intatta la memoria;

viene presto la notte

con la magia del sonno e del silenzio

a chiudere il rumore,

e bussa alla chiusa porta dei poeti,

per mitigare l’ ansia degli affanni

della  vita nell’ oblio.

Ad occhi chiusi, dischiudo la mia porta

e cerco la mia sera

per raccogliere i sogni  già fuggiti

in sentieri di sale;

bruciati, li conduco dentro il cuore,

nel profondo di un pozzo inesplorato

dove la luna è specchio del mio viso.

Abito questa notte settembrina

come parte del tutto che mi chiama

con la voce del fiume e della terra

lasciati nel distacco.

Con te, Settembre,

metafora del tempo che ricorre,

voglio restare muta,

nell’ acqua di quel fiume che mi prende

e cambia lo scenario della vita.

Regalami una sera, come allora,

con l’ uva della pergola ricolma

e la luna…la luna,

il suo volto adombrato,

grande, rotondo e chiaro

…la luna sul mio corpo,

l’ odore della terra umida e molle.

Ridammi ciò che persi

della mia giovinezza

per gli aridi sentieri già trascorsi.