
Frida Kahlo, Il Sogno, 1940
Non sei tu che dormi accanto a me:
in un sonno tranquillo giace il bambino
abbandonato nelle mani del tempo
che a me torna abbracciato come ad una madre.
Tu dormi, io ti guardo nella consuetudine
di averti accanto ogni notte e non conoscere
l’addormentato silenzio dei tuoi occhi.
Il tempo ci divide, mio caro,
tu sosti nella sognante dimensione dell’altro da me
e vai per una strada di ombre insensate;
io resto in questa stanza e ti guardo.
Io resto tra pareti reali, lenzuola, libri;
ti vivo per un’eternità di veglia,
invento gesti d’amore da dedicarti.
Entrano da indiscrete fessure filtri di sole
a ricordare la vita, quella fuori di noi,
quella in cui necessariamente saremo soli.
©Marisa Cossu
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