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Il silenzio genera …

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Foto di Violeta Dajlji- Bukurie

 

 

 Il silenzio genera

l’invisibile vita delle cose

e qui nasce la danza

delle indurite forme

che nella vuota stanza,

escono dagli armadi e dalle teche

a respirare l’aria che lasciamo,

quando da casa usciamo

o mentre tutto dorme:

dai libri le parole,

dalla conchiglia l’alito del mare,

dall’orologio un battito di ciglia

e sul quadro cammina

sopra l’erba di un prato,

come se fosse vera, una bambina.

Magico vuoto pieno di parole

appena mormorate,

della mia assenza nutri un’altra vita.

Marisa Cossu

 

 

La vita

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1903_pablo_picasso_012_la_vita[1]

Pablo Picasso, La vita, 1903

Cos’è mai la vita…

un viaggio da una stazione

ad un’altra sconosciuta,

un diario da riempire di parole,

di pensieri e di gesti ordinari,

una parentesi che s’apre in un grido di gioia

e si chiude nel silenzio.

In mezzo, il tempo dell’orologio,

la scansione delle stagioni,

i frutti, l’amore, la festa,

lampi di poesia e felicità

e l’ingiallirsi delle foglie,

i tuoi capelli di cenere,

qualche caduta e qualche colpo al cuore;

i giorni e le notti con la tua musa

e i ricordi, la colpa di vivere ancora,

mentre cadono i sogni

e coloro che ami vanno via.

Si, solo l’amore giustifica la vita,

rende chiara la meta

e il ritrovarsi oltre,

credere nell’infinito.

arisa Cossu

Finirà il mio tempo

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DE Chirico, L’enigma dell’ora, 1911

Finirà il mio tempo

in una qualsiasi ora

battuta dall’orologio della piazza.

Tra i veli bianchi della fontana

 starò a guardare

come svolge il suo compito

l’ombra che accoglie

la mia voglia di sapere

quale parola immortale

potrei scrivere,

che non abbia da altri udita,

nell’attimo più breve,

mentre guardo negli occhi la mia umanità

e la mia essenza entra silenziosa

in quel che resta del tempo.

© Marisa Cossu

Il marinaio

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Scrivo d’un marinaio,

uno che amava donne di riviera

profumate di sale, generose e ridenti

sulle porte dei caffè nelle case del porto,

dove in vicoli stretti si dipanano reti

legate a canzoni di mare.

E l’antico orologio batte un’ora

accaduta nel passato tra i veli zampillanti

di una bianca fontana da una conca di pietra.

Il vecchio siede a rimirare il mare,

la sua vita lontana,

ma più non canta, aspetta l’ora nuova

per navigare verso l’altra riva.

Marisa Cossu