Un cristallo di sale,
un diamante corruttibile
lasciato dal mare tra alghe
fluttuanti in un’ansa segreta.
Ora discioglie il tempo
i bei contorni di luce,
le belle forme stellate,
e riconduce alla mobile onda
il grumo di spore salate.
Così ritorna, consumata
dal lontano passato,
all’improvviso presente,
la mia immagine di sole,
il mio pretesto d’esistenza;
ritorna lentamente
alla sua nascita dimenticata,
all’arcano punto di arrivo
di ogni cosa che vive.
Marisa Cossu
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