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San Pietro-Taranto-Isole Cheradi
Avete mai visto l’isola
attraverso il trasparente pallore delle nuvole
adagiate sul confine del mare
in una cappa di calura estiva?
E nell’isola una spiaggia dorata,
lievi impronte di giovinezza, passi nudi
vaganti senza meta tra dune e macchie di erica.
Avete mai visto i sassi rotondi della scogliera
rifrangere la luce del cielo nello specchio
di chiara acqua marina?
In me l’incanto si rinnova,
nulla è mutato nel mio animo.
Quell’isola mi appartiene
con la dolcezza della bella stagione
o con l’aspro rompersi del tempo
quando il gheppio smette di fischiare,
i passeri si fermano ebbri di sole e di salsedine,
il mare corrode le rive, cancella i passi,
li discioglie nella schiuma di un’onda lenta,
le nuvole si fanno grigie e la pioggia si annuncia
tra brividi e aliti di scirocco.
Avreste mai creduto che uno strano poeta
rassomigliasse a quest’isola,
fosse sabbia e mare, roccia e uccelli,
diventato egli stesso isola in un altro tempo,
in un altro luogo immaginario
dell’infinito mare dalla vita.
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