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Forse nulla conosco

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ilsegretodoppio[1]
Magritte, Il segreto doppio

 

Forse nulla conosco

del mondo naturale e artificiale

se in greve oscurità sempre mi perdo

tra sentimenti che mi fanno male;

pur se gioiosi, intorno li disperdo.

Occulto la mia pena all’altrui sguardo,

racchiuso nel mio tronco, più non trovo

voce che della vita a me ragioni,

né segno di bellezza che consoli;

rimiro una  fuggevole presenza,

ma l’occhio muta ciò che nella mente

si forma come icona di un’idea.

In grande dubbio poi consumo i giorni,

i mesi, le stagioni:

è più sicuro un giunco del mio cuore

quando lo flette il dondolio del vento.

Così restano beni inconoscibili

le luci accese su lontani porti,

le verità descritte dai sapienti.

Anche l’amore perde le parole

e insieme a me si oscura lentamente.

Marisa Cossu

 

La pena degli invidiosi

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La pena degli invidiosi

 

Simili a rocce dentro un grigio manto,

sostavano impietriti i mendicanti,

anime cieche che per il gran pianto

aveano occhi cuciti. Erano amanti

 

dei beni altrui, sospesi nell’incanto

di un oscuro girone dove affranti,

nel luogo freddo e scuro del rimpianto,

 trascorrevano il tempo, supplicanti.

 

Nulla bastava in vita all’invidioso

perso nella passione per quel vizio

che nel bene e nel male lo prendeva.

 

Così del livoroso si faceva

un sasso il cuore e iniziava il supplizio

di cui il Poeta fu poco pietoso.

Marisa Cossu

Questo libro

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2na2zdh[1]

 

Questo libro, la mia vita,

queste pagine di carta ingiallita,

non lo vedrà nessuno,

e nessuno leggerà nell’inchiostro

la pena della mia mano.

Sto lasciando al nulla

i versi che mi bruciano l’anima,

i pensieri della  notte d’autunno

che alita il maestrale

sulla lucerna tremolante.

Questo foglio pieno d’ombra,

la mia storia superata,

divisa in pagine numerate,

in paragrafi definiti;

il mio ordine senza ragione

andrà come le foglie

in un rigagnolo di pioggia

per versarsi nel mare

dove tutto scorre per il suo verso

e ritorna sempre

come nebbia evanescente.

Marisa Cossu