Senza di me navigherai sperduto
per onde e mari dalle vaste rive
e non potrai voltarti per vedere
che cosa mi trattiene e lega a terra.
Aspetterai che il passero ritorni,
come ai bei tempi, a saltellarmi intorno,
che mi susciti amore e una carezza;
ma null’altro che il vuoto mi raccoglie,
la notte mi ghermisce per la veste,
liquida mi discioglie nella forma
dell’acqua senza posa e sono fiume
cantato dai poeti, quel Galeso
dove vivemmo il mito , il dolce vino,
l’incanto della prima giovinezza.
Tu, Sole, eterno passi in alto: segui
quell’arco che ci sfugge e in ombra muore.
Marisa Cossu