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Il viaggiatore onirico – Spettacolo teatrale, 2013-Foto di Valter Ranieri
Amo i ritorni, quando il tempo e l’io coincidono e divento io stessa tempo, pensiero senza limiti, viaggiatore trascendentale, azione.
Allora cammino sull’assurda topologia di un tempo piegato al bisogno di ritornare, di ripetersi rinnovandosi senza nulla perdere dell’accaduto.
Prima ero lontana, prigioniera inconsapevole, ed ora sono qui, anzi non sono mai andata via; forse questo è l’inganno che mi costringe a guardare nello specchio della vita e a vedere me stessa nell’unicum dell’esistenza.
È bello ritornare, con qualche peso in più, con qualche sogno in meno e pensare di essere sempre rimasta nello stesso spazio-tempo che, malgrado tutto ( fughe, catene, tormenti) mi consola, mi si addice perché riesco a connettermi con gli infiniti fotogrammi che fanno di me quella che sono.
Il dialogo con me stessa e con l’altro fluisce assorbendo il tempo, nonostante la voglia di cancellare pezzi di sofferenza, attimi di disperata esclusione; forse qualcuno mi incontrerà ancora, come non fossi mai mancata e mi riconoscerà nelle parole che mi accingo a scrivere
©Marisa Cossu
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