Scrivo d’ un marinaio,
uno che amava donne di riviera
profumate di sale, generose e ridenti
sulle porte dei caffè nelle case del porto,
dove in vicoli stretti si dipanano reti
legate a canzoni di mare.
E l’ antico orologio batte un’ora
accaduta nel passato tra i veli zampillanti
di una bianca fontana da una conca di pietra.
Il vecchio siede a rimirare il mare,
la sua vita lontana,
ma più non canta, aspetta l’ora nuova
per navigare verso l’altra riva.
Marisa Cossu
bella ovviamente e “profonda”
ciao 🙂
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L’altra sponda ci attende tutti …
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Grazie Claudio. Il mio pescatore è l’uomo dell’eterno viaggio: non sa che cosa ci sia sull’altra sponda, ma è consapevole di dover essere sul confine in un certo tempo misterioso per continuare quel viaggio, cui non sa rinunciare. Apparentemente pacata è la nostalgia della vita che ci sfugge.
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🙂
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veramente splendida è questa poesia dove il vecchio marinaio dopo aver solcato tutti i mari, aspetta silenzioso di affrontare l’ultimo viaggio.
Serena serata
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Grazie. La metafora della vita…
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sei brava!
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Malinconicamente, stupenda, una poesia che sa di verità terrena.
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Grazie cara amica. Un saluto affettuoso.
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Davvero molto bella
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Grazie e un saluto affettuoso.
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Un saluto a te, cara Marisa
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sherazadeconunsalutocaro
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Grazie e un affettuoso abbraccio.
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Ti ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere le tue fantastiche poesie. Questa in particolare, per un’amante del mare come me, è particolarmente coinvolgente e apprezzata. Complimenti!
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