Da giovane volevo costruire una città,
issare una bandiera spavalda sulle torri,
entrare nelle stanze del potere
dove nessuno puo’ guardare;
sognavo di abbattere fumanti ciminiere
dipingere di verde gli autobus scrostati,
cancellare la scuola trasmissiva
e il politicamente corretto.
Volevo cambiare la gente qualunque,
quei borghesi piccoli piccoli
che non sanno creare e vivono
in comode, immorali roccaforti.
Da giovane lottavo per un mondo migliore,
mi appassionavo alla vita della città;
ma ora gli amici hanno famiglia
e molti sono stati travolti dalla vita;
altri sono andati altrove a costruire strade.
Ora scarseggiano ideali e bandiere
e se qualche sogno è rimasto,
lo lascio vivere dimenticato in un armadio
per indossarlo quando sono triste.
© Marisa Cossu
Una poesia, riflessione straziante che bussa con forza alla porta!
Scrivi benissimo, bravissima
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Grazie e un caro saluto. Marisa
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da giovane ero in ritardo dall’essere giovane, vivevo dentro un spicchio, senza amici mi rifugiavo dentro una partita da spettatore, dentro cinema per ore, dentro una guerra per sentirmi attore
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Io avevo molti sogni e passioni. Sentivo il dovere di essere attiva nella società per cambiarla in meglio. Leggevo molti libri, ma solo in pochi ho trovato il dolore trasformato in poesia. Marisa
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Anch’io avevo tanti sogni e mille passioni. Volevo cambiare questa società che non mi piaceva, ma tristemente non sono riuscita a fare nulla.
Leggevo e continuo a leggere tanto nella speranza che prima o poi qualcosa possa riuscire a cambiare anch’io, perchè la conoscenza ci rende liberi e va condivisa.
Buona serata. Annalisa
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Grazie Annalisa e un caro saluto. Marisa
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cari amici che intesa che vicinanza si può trovare quando la vicenda umana è unica e non ripetibile
quando la sensibilità o la necessità alternativamente ci ha specializzati e resi unici;
certo ci si può genericamente raccontare di noi qualcosa di cui si possa dire, ma non stà in quel luogo il centro anzi i centri in movimento costante.
Negli scritti autografi può essere che in quei luoghi prodotti inconsciamente ci siano le tracce del non detto.
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Il non detto è nell’ apparente prosaicità del linguaggio, nella sua chiara sensibilità verso la propria città e identità; sullo sfondo c’è il tempo che trascorre ed ha il potere di trasformare le passioni, c’è la nostalgia ,il dolore di una perdita. Grazie e un saluto. Marisa
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Sarebbe stata sicuramente una bellissima città
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quale sarebbe allora l’obiettivo del poeta, mettere assieme conscio ed inconscio? nel senso di trovare che si trovino accostati come due passeggeri su un autobus? veicolare con questo un messaggio che sia e che non sia?
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Vera ,sentita , letta con tristezza. Un abbraccio. Isabella
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Quando si è giovani si vorrebbe spaccare il mondo e plasmarlo come lo immaginiamo noi. Poi il tempo passa e ci accorgiamo che non siamo riusciti a raggiungere i nostri obiettivi.
Veramente profonda e incisiva è questa poesia dotata di una musicalità veramente eccellente.
Felice settimana
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vieni a vedere cosa dico di te, poi se vuoi continui 🙂 http://wp.me/p49tnx-v9
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Ho visto e mi hai davvero commossa. Un abbraccio. Marisa
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un abbraccio forte a te!
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Mi piace! Marisa
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Questa è la forza della gioventù, degli ideali, la passione che scorre veloce dalla testa al cuore e torna indietro…Ma la nostra gioventù ha questa forza…non vedo bandierer issate.
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Forse è la resa del tempo! Io ho vissuto anni pieni di entusiasmo e di voglia di cambiare il mondo, ma oggi che ho maturato un equilibrio maggiore e una maggiore consapevolezza, provo nostalgia per le giovanili passioni! Grazie e un saluto. Marisa
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Quando si è giovani si vorrebbe fare la rivoluzione per le strade! E se invece la rivoluzione fossero uno, dieci, cento blog come questo che parlano di arte, cultura e poesia?
Quando un post fa sorgere un dubbio, una riflessione o un sorriso in un tuo lettore… hai già piantato la tua bandierina!
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La vera rivoluzione è il nostro modo di saperci confrontare con gli altri e realizzare la nostra vita anche attraverso la poesia e la scrittura in genere. Grazie e un saluto. Marisa
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Ideali giovanili disillusi, oggi come ieri. Il quadro è di Orfeo Tamburi, lo stesso che dipingeva i tetti di Parigi? perché possiedo una stampa ma il tratto mi sembra diverso.
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Penso che il tempo delle accese passioni sia proprio della gioventù . Oggi sembra che si siano persi valori ed ideali, o essi sono stati sostituiti da altri interessi e situazioni quasi estranei alla generazione adulta che pure ha trasmesso la propria cultura. Le cause sono in parte naturali, in parte invece sono dovute al malessere sociale dell’epoca in cui viviamo. Tamburi è un delizioso pittore e cercherò di trovare il dipinto cui ti riferisci. Grazie e un saluto. Marisa
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Molto bella e sentita, grazie della condivisione.
Nives
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