La lettura del Proemio delle “Immagini” del retore greco, vissuto nella prima metà del terzo secolo d. C, mi ha motivato ad approfondire la conoscenza di questa opera ecfrastica, in cui le immagini sono descritte con parole che si servono degli artifici retorici per suscitare nell’ osservatore emozioni di vario tipo.
Filostrato affronta le tematiche mitologiche sotto la forma del dialogo con un immaginario accompagnatore e, attraverso la riflessione sulla pittura, riesce a tratteggiare accuratamente il carattere dei soggetti dipinti, dando forma e voce ad immagini evanescenti che altrimenti non sarebbero mai giunte fino a noi.
Il retore è portatore di un nuovo approccio alla lettura del mito in senso psicologico, nell’ attenta descrizione spesso enfatica e suscitatrice del pàthos, egli dà voce ai sentimenti, al loro divenire in una evoluzione psicologica, all’uso dei colori per enfatizzare il sentimento, alla capacità di evocare immagini sonore, coinvolgendo in essi la natura e tutti gli altri elementi dei dipinti cui dà vita come se agissero intenzionalmente, sia pure sotto l’ ineluttabile controllo degli dei.
Il retore rende fruibili i dipinti anche se sono tanto evanescenti da non potersi osservare realmente.Nella lettura della galleria, composta da diciassette quadri, ho meglio compreso quale possa essere il rapporto tra pittura e poesia attraverso l’ arte della la parola che immagina, descrive, conserva, quindi salva la tradizione umana artistica, culturale e storica; perciò ho voluto riportare in questo articolo il quadro n. 12 dell’ eckphràseis che propone il mito ben noto di Esione, la giovane figlia del Re di Troia Laomedonte, mendace traditore degli dei, punito con il sacrificio della povera principessa : legata ad uno scoglio aspetta di essere divorata dall’ orrido Kètos tra i flutti del mare sempre più agitato.
Eracle di passaggio dalla Troade insieme agli Argonauti diretti in Colchide, vede con stupore la ragazza incatenata ad una roccia e pensa subito di liberarla in cambio della promessa di averla in sposa ricevendo da Laomedonte anche delle candide cavalle immortali ; naturalmente il Re verrà meno alla promessa: Eracle lo ucciderà, incendierà Troia, offrirà Esione in sposa al suo eroico compagno Talamone, e Pordace, fratello di Esione diverrà re di Troia con il nome di Priamo.
Eracle è il protagonista assoluto dell’ impresa che lo vede contrapposto al mostro marino: il kètos appare sulla scena con tutta la sua enorme bestialità, il corpo ricoperto da squame, i grossi occhi roteanti, la coda tanto enorme da provocare alte e schiumose onde. Ed ora l’ eckphràseis :
“…incatenata alle rocce del mare, terrorizzata dal mostro che si avvicina sempre più minaccioso, mentre la folla radunata sugli spalti della città alza le braccia verso il cielo e assiste in silenzio al sacrificio, Esione vede apparire il mostro tra il ribollire delle onde . Il volto della fanciulla è esangue, sconvolto, la tunica bianca strappata dalle onde. Eracle, opposto a lui , la pelle di leone e la clava sono ai suoi piedi, tende l’ arco mirando al mostro. In secondo piano Esione incatenata e languente sullo scoglio. Non si può valutare la bellezza della giovane perché l’orrore fa appassire il fiore della bellezza…”( dalle “Immagini” di Filostrato Minore).
Marisa Cossu
mi è quasi del tutto ignoto il mondo del mito antico comunque ho letto con attenzione senza comunque potere apprezzare il rapporto tra immagine e poesia
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Grazie per il commento. Posterò altre riflessioni sull’ argomento.So di non essere stata esaustiva, perché ho voluto rendere più narrativa che teorica la mia riflessione. Un saluto. Marisa
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