Riappropriarsi di sé,
lasciare ad altri
la vuota archeologia
della città di pietra;
la paura di vivere
edifica cortine
di pensieri d’ argilla
dove il tempo entra
con l’ immobile polvere
e le cose rifugiano
l’ ultimo alito di poesia
nell’ombra che sovrasta le pietre
trasformate in memoria.
Dove il sottosuolo si apre
a nuove costruzioni,
posa mattoni di fantasia
sulle rovine e le ingiurie
tu ci sei; senza volto siedi
sui gradini del dubbio,
senti il vuoto alle spalle
e provi incerto e solo
l’ansia per il futuro.
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