Riappropriarsi di sé,
lasciare ad altri
la vuota archeologia
della città di pietra;
la paura di vivere
edifica cortine
di pensieri d’ argilla
dove il tempo entra
con l’ immobile polvere
e le cose rifugiano
l’ ultimo alito di poesia
nell’ombra che sovrasta le pietre
trasformate in memoria.
Dove il sottosuolo si apre
a nuove costruzioni,
posa mattoni di fantasia
sulle rovine e le ingiurie
tu ci sei; senza volto siedi
sui gradini del dubbio,
senti il vuoto alle spalle
e provi incerto e solo
l’ansia per il futuro.
Mi piace. Isabella
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Isabella! Grazie. Marisa
"Mi piace"Piace a 1 persona
La paura di vivere edifica cortine di pensieri d’argilla dove il tempo entra con l’immobile polvere.
Bellissima. E bellissimo come hai reso la tensione dello sguardo che si rivolge ora alla memoria, abitata da un ultimo alito di poesia, ora ad un futuro incerto, edificato coprendo rovine e ingiurie, visto con il vuoto alle spalle, ora alla necessità di riappropriarsi di sé.
Così la leggo io, forse animato dal medesimo bisogno.
"Mi piace""Mi piace"
Leggi benissimo, in modo perfetto! Grazie per il bel commento
"Mi piace""Mi piace"
Molto bella! Un saluto.
"Mi piace""Mi piace"
Felice che ti piaccia! Marisa
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bellissima Marisa. La trovo velata di mistero.
"Mi piace""Mi piace"
Il mistero è nella nostra struttura interiore che spesso si stratifica e si indurisce al punto da velare la verità che è in ciascuno di noi. Un saluto. Marisa
"Mi piace""Mi piace"