Ecco il mio antico ulivo spaccato e maestoso
nell’ intreccio dei tronchi coronati
da rami penduli e fogliosi,
contorta immagine
di dignità vetusta,
solido ancora
e vivo
Qui ripòsi
i miei dubbi,
i pensieri più vaghi
della nascente primavera.
Mi confrontavo con l’ antica pianta
forte, perenne e credevo essere come lei.
Qui ho incontrato l’ inizio e la mia fine:
erano scritti dal vento e dalla pioggia
sulle legnose pieghe delle scorze
che si aggrappano al tempo
per non marcire sulla terra
tra i rotondi messaggi
della pianta, i frutti
perle nere sepolte
tra le zolle.
Sono ancora immerso nel mistero
inspiegato che scuote la coscienza.
Sono
nell’ ombra che precede e segue il giorno,
nelle parole custodite dall’ anima in silenzio,
nella montagna che insegue la sua ombra,
nella crisalide che muta ad ogni istante
e non si avvede come al divenire
segua già la quiete.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.